Il celebre romanzo di Alessandro Manzoni si apre con un'introduzione in cui il narratore spiega l'origine della storia che si accinge a raccontare.
Egli sostiene di aver ritrovato un'anonimo manoscritto del seicento che racconta una vicenda ricca di fatti tragici e orribili, ma anche di azioni virtuose. Una vicenda accaduta a persone di modesta condizione sociale. La storia è scritta in italiano seicentesco, cioè in una forma antiquata e non sempre corretta. La trama, tuttavia, gli sembra molto bella, tanto da decidere di trascriverla in un italiano piu comprensibile, in modo da farla conoscere ad un pubblico più ampio. In realta I Promessi Sposi sono frutto di fantasia di Manzoni e il ritrovamento di un antico manoscritto è soltanto un'invezione dell'autore milanese.
L'espediente letterario serviva al Manzoni per mantenere le distanze dalla storia che si accingeva a raccontare, quindi fare in modo che le critiche velate o manifeste alla dominazione spagnola fossero attribuite ad altri, così nessuno in epoca di dominazione straniera (quella austriaca contemporanea allo scrittore) potesse tacciarlo di nazionalismo. La seconda funzione del finto manoscritto è tutta stilistica: quella distanza contribuiva ad aumentare la verosimiglianza storica della vicenda di Renzo e Lucia.
Manzoni non si limita a riferire al lettore dove, come e quando ha fatto il sensazionale ritrovamento, ma trascrive il frammento iniziale del fantomatico documento.
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